Caporalato, Valentina Passalacqua tagliata da altri due importatori americani

In Italia (e UK) Les Caves de Pyrene mantiene la posizione garantista. Christian Bucci: “Non faccio il giudice”

Caporalato, Valentina Passalacqua tagliata da altri due importatori americani les caves de pyrenes italia

Sembra giocarsi tutta fuori dall’Italia la partita a scacchi di Valentina Passalacqua con i mercati, a un mese dall’inchiesta sul caporalato che ha travolto il padre Settimio Passalacqua, a inizio luglio 2020. Dopo Zev Rovine Selections, la produttrice di vino naturale pugliese è stata tagliata dai cataloghi di altri due importatori americani. Si tratta di Jenny & François Selections di New York e di Dry Farm Wines, colosso da oltre 20 milioni di dollari di fatturato con sede a Napa, in California.

Diversa la situazione in Italia. Les Caves de Pyrene non si smuove di un millimetro dalla posizione garantista assunta nei confronti di Passalacqua sin dalle prime ore della bufera. La vignaiola, del resto, non è indagata. “Gli altri sono liberi di fare le scelte che ritengono più opportune”, commenta Claudio Bronzi, responsabile degli uffici di Rodello (CN) prima di passare la parola al titolare di Les Caves Italia, Christian Bucci.

“Fuori dai denti, il sentimento che mi pervade di più in questo momento è l’invidia – rivela Bucci a WineMag.it – nei confronti di quelle persone che sentono di avere già la verità in tasca. Questa vicenda mi lascia con zero certezze. Valentina Passalacqua sarà colpevole nel momento in cui qualcuno lo proverà: parlando con lei, ho sempre avuto rassicurazioni sul fatto che non c’entrasse nulla con le attività del padre”.

Caporalato, Valentina Passalacqua tagliata da altri due importatori americani les caves de pyrenes italia

“Sono stato da lei in Puglia tre volte – continua il titolare di Les Caves de Pyrene Italia – un anno prima di iniziare a collaborare, poco prima dell’avvio della distribuzione dei suoi vini, ovvero un anno e mezzo fa e, infine, sette mesi fa. La situazione mi è sembrata molto diversa da quella descritta dagli inquirenti, ma è ovvio che in qualsiasi azienda che si visiti ti mostrino solo quello che vogliono farti vedere“.

Non me la sento di vestire i panni di giudice di Valentina. Cosa succederebbe se decidessi di chiudere con i vini di Passalacqua e lei fosse innocente? Anche per questo parlo di ‘invidia’, nei confronti di chi ha già certezze e ha fatto scelte diverse, come i distributori americani”.

Ciò non significa che non serpeggino dubbi, anche nella testa di Bucci (nella foto, sotto). “Più che fidarci delle persone non possiamo fare, in questo momento. Domani potremmo accorgerci di aver sbagliato, o magari di aver fatto bene”. D’altro canto, la vicenda Passalacqua non giova neppure a Les Caves de Pyrene”.

“Non lasciare Valentina è tutto tranne che una scelta legata all’economia della distribuzione – evidenzia ancora Christian Bucci a WineMag.it – anche perché stiamo subendo un danno di immagine importante a causa della vicenda. Il contraccolpo è pesante e la cosa più semplice sarebbe stata dissociarci, come hanno fatto altri: il punto è che non me la sento”. Una decisione condivisa con la la ‘casa madre’, Les Caves de Pyrene UK.

D’altro canto, è un’estate da dimenticare per la produttrice pugliese iscritta a VinNatur. All’inchiesta che vede protagonista il padre Settimio si è aggiunta in questi giorni la scomparsa della madre Grana Grazia in Passalacqua (nella foto, sotto) avvenuta il 5 agosto a San Nicandro Garganico (FG).

“Ha vissuto una vita al servizio degli altri, sempre come figura di sfondo, in un quadro in cui i personaggi principali erano altri, ben più forti e duri di lei“, ha commentato sui social la sorella di Valentina, Giuliana Passalacqua, allontanata dal nido famigliare dal padre Settimio ormai da diversi anni, a causa di numerose divergenze di vedute.

“Credo di aver solo mostrato come si fa ad essere liberi. Lei mi ha tanto invidiata in questa mia possibilità, non concessa al suo tempo…”, ha proseguito nel suo sfogo la sorella della produttrice pugliese, prima di condividere il testo della canzone “M’abituerò“, di Luciano Ligabue.

Parole che aiutano a comprendere quanto ingombrante fosse la figura di Settimio all’interno di un’anacronistica “famiglia del Sud Italia”, di stampo patriarcale.

Al papà, Valentina Passalacqua ha invece intitolato un vino, il Montepulciano biologico “Don Settimio“. Un modo come un altro, come spiegava nel 2011 Valentina Passalacqua a un giornale locale pugliese, per “creare una continuità ideale tra mia nonna Giulia e mia figlia Giulia. Passato e futuro. Radici e innovazione”.

Oggi tutto, comprese le mosse presso la Camera di Commercio di Foggia, fanno pensare a un cambio di rotta drastico. E al desiderio di togliersi di dosso qualsiasi connessione con un padre “caporale“, ancor presunto.

® Riproduzione riservata

sostieni winemag.it

Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.

Dello stesso autore

Altri articoli dalla stessa categoria